RINO MELE
Notturno Natale
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È l'unica festa dell'infanzia. I bambini si scontrano con l'enigma che li
tortura,
il problema ostile
che non riescono a risolvere
ma solo a dimenticare, la nascita,
l'ignoto
di cui continuamente chiedono di parlare: il presepe è il gioco
che ad essi è negato,
vorrebbero spostare i pastori,
i magi costringerli ancora ad andare,
dirupare le pecore, mettersi al posto del piccolo Gesù, dipingere il cielo
di un diverso colore, immergerlo
nella notte vera che essi conoscono (e gli altri hanno scordato).
Dalla storia di Betlemme imparano quello che già sanno: si nasce nel
freddo e nel fango, in un luogo improprio, tra grida
lontane che loro possono ancora riconoscere.
Presepe significa recinto
chiuso, i pali messi in croce a fermare il vicino,
luogo dove nascondi ciò che proteggi,
ed è l'unico segno
d'amore
che l'uomo sa dare. Poi, al più povero dei triangoli (un uomo, una donna
e un bambino)
non resta che un lungo cammino, un fuggire continuo,
piangere
per le troppe morti in quel freddo
che punge l'inverno.
Come tutti i bambini, Gesù
non sapeva d'essere nato: è la spuma dell'onda
che, come tutto l'umano, appare mentre nello stesso mare
che l'ha generato scompare.
Una notte sul Mare di Galilea camminerà, senza affondare: i discepoli
fermi sulla barca,
il cielo che s'abbassa
e la spinge con un dito: la notte è il profondo
che verso la loro paura risale, uno chiede a Gesù di raggiungerlo,
fare di quel pavimento d'acqua la superficie
da correre, il rovescio della vita, andargli incontro a testa in giù
nel naufragio
e la sua rovina. E' Pietro, ha paura, gli sembra che due mani lo tirino, a
strappi,
verso lo scosceso errare del fondo del mare.
Dicembre 2019
Nel passaggio dal vecchio al nuovo anno
che vorremmo luminoso, auguro alla comunità di Fisciano
di realizzare sempre più, tutti insieme,
l'armonioso sviluppo per il quale quotidianamente lavoriamo
IL SINDACO
DOTT. VINCENZO SESSA
I quattro disegni scanditi nell'immagine,
sono stati realizzati, per questa occasione,
da Franco Longo - 2019