Dante Alighieri, la Divina Foresta
Paradiso fine del Canto II
Lettura, interpretazione ed analisi di Rino Mele
Il canto II è di estrema difficoltà ma necessario per la comprensione del Paradiso. Non si può eludere, ridurre, antologizzare. Bisogna affrontarlo o fermarsi. La poesia del Paradiso ha parole nuove come le onde di una verticale tempesta, per questo Dante dice ai lettori: "Non vi mettete in pelago, ché forse perdendo me, rimarreste smarriti". E subito aggiunge: "L'acqua che io prendo già mai non si corse".